06 settembre 2012

L'eleganza della moeca

La moeca è un granchietto, assume questo nome durante la fase della muta quando perde il carapace e si presenta tenera e molle. Quando si trova in questo stato è molto apprezzata nella cucina veneziana.
La moeca è un po' una metafora dell'essere umano: come lei muta due volte all'anno può capitare che c si trovi a cambiare pelle un paio di volte nella vita, almeno.
A causa di una proprensione, di interventi esterni, di congiunzioni astrali, dei casi della vita, ad un tratto l'essere umano abbandona, più o meno velocemente, il proprio guscio costruito diligentemente nell'arco degli anni.
Si ritrova così tenero, morbido, vulnerabile, esposto.
La sensazione è strana, a volte piacevole, a volte spaventosa.
Se ne accorge il soggetto, se ne accorge chi gli sta intorno. Qualche piccola cosa cambia, qualcosa rimane immutato.
La moeca-essere umano, sa di non avere più la corazza, quell'arma di difesa e di protezione tanto amata, sa che un soffio di vento, un granello di sabbia, un'onda del mare le provoca un sussulto. Sa anche che deve stare attenta a non farsi schiacciare per sbaglio o, peggio ancora, farsi catturare da un gourmet veneto e fare così una brutta fine.


(e sì, questo post è molto autobiografico)

3 commenti:

annaba1 ha detto...

finir male per finir male... forse è meglio finire tra le mani di un gourmet veneto con glorioso epilogo che rifarsi crescere la corazza rimanendo a vivacchiare negli abissi marini.
Ma son pensieri di una che in questo momento di corazze ne ha almeno tre :)

annaba1 ha detto...

finir male per finir male... forse è meglio finire tra le mani di un gourmet veneto con glorioso epilogo che rifarsi crescere la corazza rimanendo a vivacchiare negli abissi marini.
Ma son pensieri di una che in questo momento di corazze ne ha almeno tre :)

fatacarabina ha detto...

se finisci tra le fauci del gourmet veneto lui apprezza il tuo sapore di mare, vedi te la bellezza del tutto :)