03 dicembre 2006

Voglia di coccole


Torno a casa la sera, stanca per il lavoro, il traffico, le relazioni difficili e trovo lei, la mia convivente pelosa. Si chiama Isotta ed e' una puzzola americana. Ha un carattere un po' schivo, non mi corre incontro scodinzolando, ma fa la sua apparizione lentamente quasi a tastare il mio umore. Poi si stende ai miei piedi e si lascia accarezzare, sospirando di piacere.
Il rito si ripete quando e' ora di andare a letto, quando si accoccola vicino a me e io mi addormento mentre l'accarezzo.
Il piacere non e' solo suo, il movimento lento, cadenzato delle mie mani che scivolano sul suo pelo morbido mi rilassa e mi mette di buon umore. Il contatto con il tepore del suo corpicino e il battito del suo cuore mi rassicurano.
Noi esseri umani abbiamo necessita' di avere un contatto fisico con un essere vivente, di dare amore incondizionatamente, abbiamo bisogno di un po' di compagnia e di affetto. Di toccare, di farci toccare. E dove cerciamo tutto questo? in un animaletto: cani, gatti, criceti, pappagalli e poi ancora cincilla, furetti, moffette...
Perche' non riusciamo a farlo con i nostri simili? E' un impresa pressoche' imposibile manifestare il nostro affetto con abbracci, carezze, coccole. Davanti ad un essere umano ci blocchiamo, temiamo la reazione, il rifiuto, abbiamo paura del giudizio dell'altro.
Il massimo che ci concediamo e' uno sfuggevole, freddo bacetto quando ci incontriamo.
Mi viene da pensare che i rapporti interpersonali potrebbero essere piu' semplici e positivi se solo ci lasciassimo un po' andare in barba alle convenzioni e giudizi altrui. L'esperienza tattile e' un buon modo per conoscere e scoprire.
Io sarei sicuramente meno acida se ricevessi una quotidiana, abbondante dose di coccole.

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